Trebisacce cenni storici
cenni storici – l’economia – info
Cenni storici su Trebisacce
Trebisacce deriva dal bizantino Trapezàkion “piccola tavola”, “mensa” e risulta un chiaro riferimento al pianoro su cui è sorto l’abitato.
Sull’origine del nome concordano storici e linguisti: da Alessio a Rholfs, da Caracausi a Trumper – Di Vasto – De Vita e a Laviola. Trebisacce è menzionato in due importanti documenti del secolo XII: il primo è un atto didonazione datato 1116 con il quale Alessandro di Chiaromonte concesse alla diocesi di Cassano la terra di Trebisacce, il secondo documento è un contratto nuziale del 1196 che attesta il toponimo de Trapezacio e riporta il nome di un cittadino del luogo.
In epoche remote il territorio, per come indicano le testimonianze archeologiche, registra la presenza di insediamenti umani. Di particolare interesse risulta il sito in località Broglio dove è stato portato alla luce un villaggio protostorico e reperti risalenti alla media età del Bronzo finale e della prima età del Ferro.
Con lo stanziamento greco nacque una attivissima rete di comunicazioni tra le varie polis (Sibari, Metaponto, Siri, Crotone, Locri, Taranto). In particolare i nostri antenati, già abbastanza evoluti, trassero benefici dai commerci e dall’influenza che le colonie esercitavano coi loro traffici, le loro abitudini di vita.
La viabilità marittima delle polis fu resa attiva da una fitta rete stradale della quale si conoscono i tracciati di Sibari-Campo Tenese- Lao , Sibari-Crotone, Sibari-Esaro-Belvedere, Sibari-Taranto. Quest’ultima partiva da Taranto , sfiorava Metaponto, Heraclea , Siris e giungeva a Sibari. Fu questa strada che toccava Trebisacce Marina a favorire le fortune di Trebisacce. Il paese possedeva la materia prima , e di ottima qualità, l’argilla della contrada Vitraro, utilizzata nella produzione di mattoni e dai ceramisti: fiorenti erano i laboratori artigianali per la produzione di figuli. Inoltre, la sua eccellente posizione strategica con eventuale ritirata su Monte Mostarico e l’immediata vicinanza al mare, costituiva, come oggi, un punto obbligato e di controllo dell’unica via di comunicazione fra Metaponto e Sibari.
Con la conquista della Magna Grecia da parte dei Romani, vi fu un decadimento economico dovuto a cambiamenti della struttura politica e amministrative della Sibaritide.
La documentazione archeologica del periodo romano nell’area di Trebisacce risulta scarsa.
Del periodo bizantino l’unica nota monumentale è il campanile basiliano e la chiesa di S. Nicola di Mira. In questo periodo il paese comincia a chiamarsi Trapezàkion da cui deriva Trebisacce.
Da allora in poi diventa un feudo e passa da un signore all’altro.
Broglio di Trebisacce
Il sito archeologico viene individuato nel 1978 dal prof. Renato Peroni dell’Università “La Sapienza” di Roma. Le attività di scavo iniziate nel 1979 sono attualmente in atto e coordinate dalla cattedra di Protostoria Europea dell’Università di Roma.
Le prime fasi di vita: Media età del Bronzo
I ritrovamenti documentano l’esistenza di un villaggio protostorico, abitato da Enotri, la cui vita si estende dal 1770 al 700 sec. A. C. ,dal Bronzo Medio fino all’età del Ferro. L’abitato venne organizzato su terrazzamenti che ospitavano le capanne, le quali risultano, purtroppo, danneggiate dalle attività agricole successive.
Contatti con il mondo Egeo
Dalla fine dell’età del Bronzo e per tutta l’età del Bronzo recente, le popolazioni locali entrano in diretta relazione con i navigatori micenei. Gruppi di artigiani Egei si inseriscono nelle comunità della Sibaritide , e anche gruppi di Enotri viaggiano verso la Grecia. Sono acquisite nuove tecnologie: per la prima volta in Italia viene utilizzato il tornio per produrre vasi in ceramica depurata e dipinta. Si fabbricano vasi simili per forme e decorazioni alla ceramica micenea vera e propria soprattutto per contenere bevande pregiate. Per la prima volta si utilizzano grandi giare per l’immagazzinamento dell’olio, doli, pithoi, e di derrate alimentari, simili a quelle dei magazzini dei palazzi micenei, deposti dentro magazzini seminterrati. Ciò attesta la coltura dell’olivo nella zona sin da tempi così antichi.
I secondi 500 anni dell’abitato
Con l’età del Bronzo finale cessano i contatti con l’Egeo. L’aristocrazia assume una forte impronta guerriera e cinge l’acropoli di una imponente fortificazione: un muro di pietra ed elementi lignei rinforzato da bastioni, davanti al quale sii apre un fossato largo più di 10 metri e profondo almeno 4, rivestito ai piedi dei muri, con un lastricato a pietrame restaurato più volte.
L’élite aristocratica controllava anche importanti attività artigianali, come, tra l’altro, la lavorazione del ferro: sull’acropoli di Broglio, infatti, è stata portata alla luce una delle più antiche forge, risalente alla fine dell’età del Bronzo. Nell’età del Ferro riprendono più intensi i contatti con la Grecia e l’oriente fenicio: frammenti di coppie dipinte e uno scarabeo sono stati rinvenuti sull’ultimo lastricato del fossato. Testimonianze analoghe provengono dalle acropoli di Torre Mordillo e Francavilla Marittima. Intorno al 710 A. C. i greci imposero il loro dominio su tutta la regione e fondarono la città di Sibari: gli indigeni Enotri furono assoggettati, costretti ad abbandonare i propri villaggi (tranne Francavilla e Amendolara) e a coltivare le terre irrigue per i Sibariti.
Parco Archeologico Broglio
Il parco sarà strutturato in maniera didattica, tale da consentire, la visita ad un villaggio formato da capanne e altre strutture abitative come magazzini e officine da lavoro, sarà lo spaccato della comunità di Enotri che abitava la collina di Broglio nel secondo Millennio A.C.. Il Museo ospiterà i famosi vasi di imitazione micenea, caratterizzata da motivi vegetali stilizzati, i “colossali doli”, i reperti di importazione fenicia. Saranno esposti anche reperti relativi ad altre zone di Trebisacce.
Nel 1576 il paese dovette subire l’attacco di un’armata turca (10.000) ma i trebisaccesi sebbene inferiori nel numero combatterono per tre giorni con coraggio ricacciando gli invasori ; gli aiuti mandati dal principe di Bisignano Bernardino Sanseverino arrivarono solo nella parte finale della battaglia.
Dopo il principe di Bisignano vi fu un susseguirsi di principi, baroni, duchi.
Il riordino amministrativo francese , nel 1807, lo incluse come università (luogo) nel governo di S. Lorenzo Bellizzi. Nel 1814 fu trasferito nel circondario di Amendolara e dichiarato comune autonomo.