considerazioni fra passato e futuro di Marialuisa Stringa
cari amici dei Club e Centri UNESCO membri della Federazione,
in un momento particolarmente difficile per il mondo come per la nostra Federazione, desidero scambiare con voi qualche riflessione.
Il nuovo anno si è aperto dovunque con auspici, speranze e promesse di pace, rapidamente tradite e cancellate da nuovi venti di guerra, tradimenti, piccole o grandi vicende personali; sarebbe stato giusto augurarsi che la FICLU potesse dare un esempio diverso. di lealtà, di giustizia, di rispetto della persona e dei valori che sono la’condicio sine qua non’ per essere Club UNESCO:
Non è così: assisto sgomenta e addolorata al dilagare di offese, di attacchi subdoli o scoperti, gratuiti, privi di documentazione; vorrei dire un affinare le armi dentro la nostra Federazione, dopo trentacinque anni di una storia costruita sul lavoro, l’impegno, la fede nei valori, Ripercorriamone insieme alcuni momenti – forse potremo trovare la chiave per proseguire la strada perduta .
Lo spunto mi è dato dalla lettura, in questi giorni, di un libro molto interessante “Manuale dei diritti fondamentali e desiderabili” a cura di una studiosa e scrittrice che abbiamo invitato a parlarne, Paola Severini Melograni: esiste un “diritto alla memoria” e un “diritto alla storia”? e perché rispettare questi diritti? il diritto alla memoria è “fondamentale” o “desiderabile”? risponde Linda Giuva (ivi, Oscar Mondadori, pg. 113-115): “la memoria e la storia non sono sinonimi: la prima è immediata, la seconda ricostruzione attraverso le fonti; la prima è un’operazione intrisa di emozioni, la seconda è un processo intellettuale che richiede riflessione e critica; ¸la prima eterna il ricordo, la seconda lo laicizza …“la memoria richiede ai popoli di proteggere le proprie radici …. in un mondo tendenzialmente tutto uguale, spersonalizzato, impoverito di luoghi identitari e falsamente democratici”
“Memoria’ e storia” dunque per “costruire” il futuro.
– Ricordo l’opera dei grandi presidenti della FICLU con cui la Federazione ha continuato a crescere e ad affermarsi a livello nazionale e internazionale – l’ambasciatore Ciraolo e il prof. Tentori, con i quali ho lavorato in costante unità d’intenti come segretario generale, che ci sono stati Maestri, con la loro competenza, la diplomazia, la fiducia, la conoscenza profonda della “Maison de l’UNESCO”, della Mamma UNESCO, come confidenzialmente definita la nostra “Organisation pour l’Education, la Science et la Culture”.
– Ricordo le lunghe telefonate notturne per la messa a punto del lavoro: l’ambasciatore Ciraolo ci scherzava, ripetendo che quell’orario faceva risparmiare noi e la FICLU; ricordo i continui incontri a Roma, anche nelle ospitali case dei presidenti, con la cordiale collaborazione delle indimenticabili Signore, per programmi, progetti, contatti, budget, a cominciare dal primo “campo internazionale nell’Irpinia colpita da tragico terremoto.
– Ricordo i rapporti, via via consolidati con la Commissione UNESCO, ritenuti esemplari dall’UNESCO: la firma del nostro Atto costitutivo, l’atto di nascita della “ Federazione Italiana dei Club UNESCO”, il 4 ottobre 1979, nella sede della Commissione, in piazza Firenze 27, presente il segretario generale della CNI, la dolce e grande Signora, dottoressa Maria Luisa Paronetto Valier, che sapeva usare tutta la sua conoscenza dell’UNESCO e tutta la sua sottile diplomazia per seguire con amicizia il nostro lavoro; ricordo il lavoro sereno e costante con l’Ambasciatore Biolato, sempre vicino ai Club, alle loro richieste, con cordialità e apertura ma anche con indicazioni ferme e l’esperienza maturata nella sua carriera diplomatica; ricordo i continui contatti con la presidente Carettoni, vicina alla Federazione e alla Club e Centri con la sua esperienza cinquantennale di parlamentare e diplomatica e con l’amicizia maturata attraverso gli incontri con Club e Centri.
– Questo cammino è proseguito con il segretario generale ambasciatore Savoia, sempre partecipe con cordialità e attente indicazioni alla vita della FICLU, presidente il professore Puglisi, ai quali dobbiamo momenti importanti della nostra storia più recente che ci hanno qualificato di fronte al mondo: fra questi il riconoscimento del premio “La fabbrica nel paesaggio” come programma nazionale, con il patrocinio, la presenza e il compiacimento della Commissione, la creazione dell’Istituto di formazione della Federazione, inizialmente a Erice, la presenza del segretario generale Savoia alle Assemblee di Assisi e di Caserta, al convegno della FEACU a Torino, alle riunioni del nostro Consiglio Direttivo nella sede legale della FICLU concessa presso la CNIU, e del logo alla Federazione. e nel contesto internazionale, l’intervento magistrale del presidente Puglisi all’Executive Board e Convegno della WFUCA per l’etica globale, tenuto a Lucca e Firenze, nel marzo scorso.
– Una storia che aveva portato la FICLU a ottenere la stima e la fiducia dell’UNESCO che ci aveva affidato diversi compiti di particolare responsabilità, fra i quali ricordiamo:
– l’inserimento nel “Comitato ad Hoc”, costituito dal direttore generale Matsuura per una rimessa a punto dell’organizzazione della FMACU, composto di dieci rappresentanti delle più qualificate Federazioni, Asia, Europa, Africa, Americhe, del presidente della FMACU – Christophides, del presidente onorario Hattori, e la costante presenza della Direzione dell’UNESCO che prese a carico tutte le spese Il Comitato nel quale ebbi l’onore di essere invitata a fare parte lavorò per due anni, sempre convocato in sede UNESCO, se lo ricordo è perché questa decisione voleva dimostrare l’importanza che l’UNESCO, con il suo Direttore Generale, riconosceva ai Club e Centri UNESCO, suoi interpreti sul territorio.
– Costituzione della Rete delle Biblioteche Associate all’UNESCO, con l’UNESCO, il presidente mondiale dell’Associazione Biblioteche, direttore della Biblioteca reale dell’Afa, e delega a seguirne lo sviluppo;
– Programmi di solidarietà internazionale “Co-Action” dell’UNESCO, la cui responsabilità per l’Italia ci fu affidata sotto la direzione di Ahmed Sayyad, direttore aggiunto al Direttore generale per le relazioni esterne.
– Programma ‘monumenti e siti testimoni di pace” creato dal direttore generale dell’UNESCO, Mayor, all’inizio del decennio per la pace, e affidato alle ONG e da queste all’Italia, per tutto il Decennio.
Se ho ricordato questa storia è perché, a mio parere, a nostra Federazione, in questo momento, ci chiede ‘memoria e storia” per costruire il futuro: la Federazione Italiana ha un passato che è vivo nelle emozioni e nei valori che ne sono fondamento, mentre si trova ad affrontare un presente molto difficile che rischia di travolgerla. La via per uscirne è, a mio parere una sola: essere uniti nella memoria del cammino percorso, in nome dei valori nei quali l’UNESCO ci ha insegnato a credere, che sono la ragione d’essere dei Club e Centri UNESCO e soli possono essere lo zoccolo duro del nostro futuro.
Non è facile, ma consentitemi di dire che mi sembra questa la base sulla quale la FICLU potrà sollevare le montagne che sembrano oggi ostruirle il cammino. In questa luce è emblematica l’immagine che io ho messo insieme in un testo di auguri; perdonerete dunque l’imperfezione tecnologica, ma il significato e l’augurio resta.
cordialmente, Marialuisa Stringa